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Pm10 e Parkinson: studio conferma legame con inquinamento atmosferico

Uno studio italiano su 23mila individui evidenzia come l’esposizione alle polveri sottili Pm10 incrementi il rischio di sviluppare la malattia, suggerendo interventi preventivi.

Una ricerca condotta dall’Irccs Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, in collaborazione con diverse università e istituzioni italiane, ha analizzato la relazione tra l’esposizione cronica al particolato Pm10 e l’aumento del rischio di malattia di Parkinson. Lo studio, pubblicato sulla rivista npj Parkinson’s Disease, ha coinvolto un campione di oltre 23mila adulti residenti in Molise, monitorati per due decenni nell’ambito del Progetto Moli-sani. Con modelli geostatistici, sono stati ricostruiti i livelli di inquinamento atmosferico nelle aree di residenza dei partecipanti, incrociandoli con i casi di Parkinson insorti nel periodo.

Nesso tra esposizione prolungata e insorgenza della patologia

I risultati indicano che un incremento delle concentrazioni di Pm10 nell’aria è associato a un maggior rischio di sviluppare la malattia neurodegenerativa, indipendentemente da fattori come età, sesso o condizioni occupazionali. Un elemento rilevante emerso dall’analisi riguarda la lipoproteina(a), coinvolta nel metabolismo del colesterolo, la quale interagisce con l’alfa-sinucleina, proteina implicata nella patogenesi del Parkinson. Tale interazione potrebbe spiegare parte del meccanismo biologico alla base del legame tra inquinamento e malattia, sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti per confermare questa ipotesi.

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Di Farmacia Castegnato

Il servizio informativo per i pazienti della Farmacia Comunale di Castegnato.

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